L’Autore, in questo libro, scrive al singolare in prima persona o al plurale in quarta distinguendo, per quanto possibile, la sua esperienza personale e il lavoro condiviso sul progetto svolto in due ambiti: quello del gruppo di ricerca, costruito nel tempo presso l’Università di Parma impegnato attraverso il Progetto Urbano Strategico partecipato e il Laboratorio Smart City 4.0 LAB e quello sviluppato dal 2001 con Simona Melli e con molti architetti che nel tempo hanno collaborato nello Studio MC2.

"Da tempo ci chiediamo come il confronto tra le questioni di sempre dell'architettura e i temi emergenti della città contemporanea possa caratterizzare i progetti che pensiamo e costruiamo. In questi anni abbiamo messo al centro del nostro lavoro la dimensione sociale dell'architettura come luogo delle piccole e grandi comunità. Su questa linea di tensione abbiamo sperimentato una logica di intervento per nodi e trame, fondali e bordi, coperti e diaframmi.

Abbiamo intanto ragionato su alcune intuizioni culturali, abbiamo abbozzato alcuni spunti di riflessione che derivano dalla nostra storia anche personale, trasformandoli in passaggi logici utili al progetto. La ricerca di senso per quello che facciamo ci muove a questa esplorazione intellettuale. Continuiamo a chiederci come leggere oggi la condizione di complessità e di indeterminatezza che ci troviamo di fronte cercando qualche spunto di interpretazione per il progetto di architettura."

Il libro trova posto nella finestra in copertina del volume di grande formato che tiene insieme venti anni di lavoro dello studio di architettura MC2, attraverso un racconto parallelo: da un lato la sequenza dei progetti attraverso grafici e immagini, dall’altro cinque dialoghi sui temi chiave della loro esperienza, Museo, Città, Casa, Rigenerazione e Arte. Sono qui esposti i fondamenti culturali del lavoro di Dario Costi e Simona Melli, in forma di riflessione autobiografica che descrive, per dirla con le stesse parole, «le piste che abbiamo battuto, le strade che stiamo percorrendo, le inquietudini che avvertiamo e le responsabilità che ci assumiamo».